La parola agli esperti
Quali sono le più frequenti patologie in età pediatrica? Quante volte le capita nella sua pratica quotidiana di dover gestire questo tipo di patologia/e?
Ho dedicato gran parte della mia attività scientifica e assistenziale all’Oftalmologia Pediatrica e la Clinica Oculistica che dirigo è diventata un centro di riferimento per la diagnosi e la cura delle patologie oculari dell’infanzia. Per tale motivo le patologie pediatriche che incontriamo quotidianamente sono numerose e le più svariate: possono riguardare infiammazioni o infezioni in acuto e che necessitano di trattamenti immediati come ad esempio le congiuntiviti secernenti o mucopurulente, le stenosi congenite delle vie lacrimali, orzaioli, calazi, patologie traumatiche della superficie oculare, etc. oppure quadri patologici più complessi che necessitano di un percorso diagnostico più strutturato e che talora porta a soluzioni chirurgiche. Mi riferisco alle cataratte congenite, al glaucoma congenito, agli strabismi etc.
Quali sono le criticità e le implicazioni che deve affrontare?
Un problema tipico della prima infanzia è la difficoltà ad effettuare un approccio diagnostico strumentale completo per la poca collaborazione e per certe patologie è persino necessaria la sedazione. Le forme più frequenti però sono le infiammazioni palpebrali e congiuntivali dovute ad infezioni batteriche (più comuni germi in causa sono Haemophilus Influenzae, Streptococcus Pneumoniae) in associazione a rinite e ad otite. Le forme virali sono più rare. In questi casi è necessario instaurare un trattamento immediato senza potersi avvalere degli esami di laboratorio o in attesa degli stessi. La stenosi congenita delle vie lacrimali, invece, è responsabile di epifora con secrezione mucopurulenta costante e di una flogosi palpebrale e congiuntivale continua piuttosto invalidante. Non necessita di esami particolari perché la diagnosi è agevole ma, poiché può risolversi spontaneamente, non è utile effettuare procedure chirurgiche come il sondaggio delle vie lacrimali prima degli 8-10 mesi, con la conseguente necessità di reiterare il trattamento per tutto il periodo di attesa. Infine dopo una chirurgia d’elezione come la rimozione di una cataratta congenita, il trattamento chirurgico di un glaucoma congenito, di uno strabismo o altra chirurgia oculare infantile, è indispensabile un periodo di terapia topica adeguata. Il problema è che la gamma dei farmaci etichettati per bambini è davvero esigua, soprattutto nell’ambito degli antibiotici e degli antinfiammatori.
Quali sono i criteri principali della sua scelta terapeutica per questa patologia/e?
In tutti questi casi dobbiamo indirizzare la scelta ad un antibiotico per via topica indicato per i bambini, ad ampio spettro, efficace sui Gram + e sull’Haemophilus Influenzae, e con buona attività batteriostatica. Deve inoltre incontrare una ridotta resistenza batterica, possedere una bassa tossicità ed essere ben tollerato dai tessuti dell’occhio. Importante è che sia di facile somministrazione da parte dei genitori e a dosaggi giornalieri il più possibile limitati.
Perché in caso di bambini la sua scelta più frequente ricade su BETABIOPTAL gel?
In primo luogo perché il Betabioptal contiene il Cloramfenicolo (CAF) che ritengo risponda pienamente a queste prerogative: il CAF è stato il primo antibiotico ad ampio spettro introdotto in clinica dopo gli aminoglicosidi, la sua penetrazione intraoculare ed intracellulare, dovuta alle sue proprietà liposolubili, è importante ed il suo spettro d’azione copre la maggior parte dei germi causa delle infezioni oculari. Il Cloramfenicolo esercita globalmente un’eccellente attività antibatterica sulla quasi totalità dei germi in questione, con un tasso di resistenza molto basso ed un’ottima tollerabilità. Credo, pertanto, che possa essere ritenuto nei bambini un antibiotico di prima scelta consentendo di opzionare i fluorochinoloni e gli aminoglicosidi per un trattamento di secondo livello.
Il Betabioptal, inoltre contiene Betametasone, corticosteroide con attività antinfiammatoria molto elevata. Il problema dell’uso degli steroidi, e questo vale sia per gli adulti che per i bambini, è la necessità di escludere una eziologia virale erpetica della flogosi che dobbiamo combattere. Il rischio di interferire sul tono oculare generalmente non si manifesta quando lo steroide viene somministrato per via topica oculare per brevi periodi.
Infine la preparazione “gel” è più facilmente somministrabile da parte dei genitori rispetto al collirio ed è meno fastidiosa dell’unguento per il paziente. È dimostrato possedere una minore velocità di eliminazione nei confronti del collirio, consentendo applicazioni giornaliere meno frequenti.
Per quanto tempo consiglia BETABIOPTAL in questa indicazione? Con che posologia?
Nelle flogosi acute palpebro-congiuntivali e degli annessi è sufficiente un trattamento di 7 gg. per 3 volte al dì. Nelle stenosi congenite delle vie lacrimali, accanto alla spremitura ab esterno del sacco ed alla rimozione della secrezione da effettuarsi più volte al giorno, si rendono necessari cicli di terapia di alcuni giorni al mese nelle fasi più acute. Nel trattamento postoperatorio è indicato almeno un periodo di due settimane con tre applicazioni giornaliere.
È soddisfatto dei risultati ottenuti con BETABIOPTAL?
Complessivamente i risultati terapeutici con l’uso di Betabiobtal si sono dimostrati molto buoni e in nessun caso ho riscontrato effetti collaterali. La preparazione in gel nei bambini è risultata estremamene pratica e offre ai genitori maggior certezza di aver effettuato correttamente il trattamento.
Prof. Paolo Emilio Bianchi
Direttore Clinica Oculistica
Dipartimento di Scienze Clinico-Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche
Università degli Studi di Pavia
Fondazione IRCCS Policlinico “S. Matteo”
Per informazioni su Betabioptal
Thea Farma Spa: thea@thea.it