L'arrivo della bella stagione coincide, per molte persone, con l'inizio delle fastidiose allergie primaverili e relativi congiuntiviti allergiche.
Il collirio costituisce uno strumento fondamentale per combatterne i sintomi, maa occorre fare i conti con le problematiche legate all’utilizzo dei colliri, come eventuali bruciori o gli effetti tossici esercitati dai conservanti: quali sono le soluzioni oggi possibili?
Qualche informazione in più arriva dal professor Stefano Bonini, Professore Ordinario di Oftalmologia presso L’Università di Roma Campus BioMedico e Responsabile dell’Unità Operativa Complessa (U.O.C.) di Oftalmologia:
"Il prurito e l’irritazione oculare costituiscono una delle principali manifestazioni della comparsa dei pollini primaverili e nella maggior parte dei casi si traducono in arrossamento degli occhi, lacrimazione e sensazione di corpo estraneo.
Poiché tali sintomi tendono a diventare cronici a causa dello stimolo allergico ripetuto o del progressivo squilibrio del film lacrimale e della superficie oculare, il trattamento della congiuntivite allergica prevede generalmente l’impiego prolungato di farmaci topici a base di antistaminici come per esempio la levocabastina o di molecole con proprietà antistaminiche e stabilizzanti, come olopatadina e ketotifene.
Si tratta di soluzioni che permettono di contrastare velocemente e con efficacia i fastidi provocati dalla reazione agli allergeni contenuti nei tipici pollini primaverili, per esempio delle Graminacee, della Parietaria, delle Betulacee, delle Oleacee e delle Cupressacee".
Bisogna ricordare, come prosegue il professor Bonini, che l’uso cronico di colliri antiallergici è spesso responsabile di effetti dannosi a carico della superficie oculare, per lo più determinati dai conservanti aggiunti alle formulazioni per prevenire la contaminazione batterica.
Diversi studi, infatti, prosegue Bonini, "hanno dimostrato che alcuni tra i conservanti più comunemente impiegati producono effetti tossici e infiammatori per l’occhio che vanno da sintomi transitori e lievi come irritazione, prurito, bruciore a reazioni decisamente più gravi come infiammazione cronica o fibrosi subcongiuntivale cronica.
In questi casi la sospensione immediata del preparato si è rivelata purtroppo non sufficiente per ristabilire le condizioni di normalità. Inoltre non va sottovalutato che le reazioni avverse correlate alla presenza di conservanti possono confondere ulteriormente il quadro clinico."
Allergie primaverili, un aiuto a base di ketotifene
Per ovviare a molti disturbi di questo genere, Thea Farma, ha messo a punto un prodotto antiallergico a base di ketotifene in confezione multidose senza conservanti grazie all’innovativo sistema ABAK che vuol dire privo di benzalconio cloruro (BAK) (A=senza, BAK=benzalconio cloruro), il conservante più comunemente utilizzato nelle formulazioni oftalmiche antiallergiche e responsabile di diversi effetti tossici e infiammatori sulla superficie oculare.
Oltre a offrire un’ottima tollerabilità per gli occhi allergici - anche dei bambini - e una risposta veloce e duratura contro i sintomi delle allergie primaverili, la particolare confezione multidose con formato ergonomico, presenta un’elevata maneggevolezza che lo rende particolarmente indicato per i trattamenti prolungati quali le terapie con antiallergici che comportano instillazioni quotidiane di colliri per diverse settimane.
ABAK è un dispositivo a conservazione meccanica che contiene un sistema di filtrazione che permette il mantenimento della sterilità del collirio fino a 3 mesi dopo la prima apertura, con risultati di alta tollerabilità economicità e buona maneggevolezza e un grado elevato di accettabilità del prodotto.