Presidente del Gruppo Italiano di Chirurgia Vitreoretinica - GIVRE
Quali sono le caratteristiche che hanno fatto del GIVRE una società di grande successo?
Il GIVRE è la società scientifica che rappresenta i chirurghi vitreoretinici italiani ed ha fra i suoi scopi principali lo scambio e la diffusione di informazioni, conoscenze ed esperienze riguardanti le patologie vitreoretiniche ed il trattamento medico e chirurgico delle affezioni del segmento posteriore dell’occhio. Rappresenta, pertanto, un punto d’incontro fondamentale per quanti in Italia si occupano di chirurgia vitreoretinica ai fini di aggiornamento professionale e soprattutto dibattito.
Grande risalto è dato, inoltre, alla ricerca scientifica, grazie all’incessante attività di studio e pubblicazione sulle principali riviste internazionali del settore di gran parte dei soci ed alla continua attività di elaborazione ed aggiornamento, in base alle indicazioni della letteratura internazionale, di trial di studio e linee guida diagnostico-terapeutiche. In questo ambito, sono diversi i progetti e gli studi proposti ogni anno al fine di migliorare le conoscenze in ambito vitreoretinico in associazione con il Ministero della Salute, le Regioni, le Aziende Sanitarie, nonché le diverse società scientifiche oftalmologiche italiane ed internazionali, con le quali è attiva una intensa collaborazione, grazie anche alla presenza di molti dei soci nei board scientifici delle stesse.
Quali sono gli specialisti che più di altri hanno contribuito al successo del GIVRE?
I membri del consiglio direttivo e i soci del gruppo sono, per la maggior parte, medici oculisti specializzati nel trattamento delle patologie interessanti il vitreo e la retina e, nel tempo, hanno tutti indistintamente contribuito allo sviluppo ed alla affermazione del GIVRE come società scientifica.
I diversi consigli direttivi che si sono succeduti negli anni hanno, per step successivi, determinato, grazie all’attività scientifica e congressuale, l’acquisizione della grande credibilità scientifica di cui la società gode e che consente, oggi, di registrare il “sold-out” e qualcosa in più a tutti i congressi annuali, grazie anche alla formula, adottata da alcuni anni, che privilegia la chirurgia in diretta e offre grande spazio ai giovani chirurghi che percorrono a grandi passi la via dell’affermazione professionale.
Quale sarà il futuro della chirurgia vitreoretinica?
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una grande evoluzione delle apparecchiature che utilizziamo nelle nostre sale operatorie. Vitrectomi sempre più veloci e precisi, sistemi di illuminazione sempre più efficienti, presidi farmacologici sempre più efficaci e meno tossici hanno permesso un grande sviluppo della chirurgia vitreoretinica, consentendo a molti giovani chirurghi di avvicinarsi a queste difficili tecniche con una curva di apprendimento molto più breve di quella che abbiamo dovuto affrontare noi chirurghi un po’ più “anziani”.
In futuro, l’ulteriore evoluzione delle macchine, il perfezionamento dell’integrazione fra apparecchi diversi per concezione e funzione, quali il microscopio e l’OCT solo per fare un esempio, e la disponibilità di principi farmacologici di nuova concezione contribuiranno a rendere sempre meno traumatica e più efficace la chirurgia vitreoretinica.
Quale è il futuro della chirurgia vitreoretinica italiana rispetto a quella internazionale?
La risposta a questa domanda ha due facce: da una parte ho la certezza che, visti il grande entusiasmo e la grande professionalità dei giovani chirurghi vitreoretinici italiani, che sempre in maggior numero frequentano le nostre sale operatorie e partecipano a stage formativi presso i più importanti reparti mondiali di chirurgia vitreoretinica, il futuro della chirurgia vitreoretinica italiana sia in ottime mani e, come già oggi, continuerà ad essere una eccellenza ed un riferimento rispetto a quella mondiale; dall’altra, temo che la miopia che determina un continuo processo di riduzione dei fondi a disposizione a fronte di un continuo aumento dei costi, necessario contraltare al miglioramento delle tecnologie, potrebbe, se il processo non sarà interrotto, determinare una contrazione dell’offerta da parte delle strutture ospedaliere pubbliche e private convenzionate, che non potrebbero più coprire adeguatamente tali costi.
Questo processo porterebbe, nella realtà, ad un aumento della spesa sociale in quanto la comunità sarebbe costretta a farsi carico di tutti quei pazienti con gravi patologie retiniche, quindi invalidanti la visione, che andrebbero incontro alla cecità o, comunque, ad un grave handicap visivo.
l’evoluzione delle macchine, l’integrazione fra apparecchi diversi e la disponibilità di nuovi principi farmacologici renderanno sempre meno traumatica e più efficace la chirurgia vitreoretinica