Giuseppe Perone, laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Oftalmologia presso l’Università di Pavia, si ritiene a tutti gli effetti allievo di questa Scuola, prima con il Prof. Giulio Morone, poi con il suo diretto Maestro,
il Prof. Fernando Trimarchi, ed ora con il Direttore della Clinica Oculistica dell’Ateneo Pavese
Prof. Paolo Emilio Bianchi.
Come nasce la sua storia in Oftalmologia? Quali innovazioni hanno maggiormente segnato la sua attività professionale in oculistica?
Dal mio iniziale approccio alla chirurgia della cataratta, si sono succedute più rivoluzioni: dalla tecnica intracapsulare a quella extracapsulare, all’introduzione del cristallino artificiale, all’era della facoemulsificazione. E nel consolidamento delle tecniche la mia passione è sicuramente quella di fare mie le innovazioni tecnologiche che le rendono più sicure, più prevedibili e di maggiore ricaduta sul risultato che posso offrire ai miei pazienti. Per questo motivo sono stato tra i primi a credere alle potenzialità del laser a femtosecondi anche nella chirurgia della cataratta e a diventare il fortunato possessore della piattaforma che trasforma la chirurgia della cataratta in chirurgia refrattiva della cataratta; mi riferisco alla Cataract Refractive Suite di Alcon, che comprende l’unità di acquisizione Verion, il laser a Femtosecondi LenSx, il faco Centurion e l’innovativo microscopio LuxOr. Penso che sia una tecnologia che richiede ancora tempo per manifestare tutte le sue potenzialità e che aumenterà il proprio impatto con lo sviluppo di nuovi sistemi di impianto sostitutivi del cristallino. Le ricadute sociali di queste innovazioni sono già enormi se si pensa che l’intervento di cataratta oggi viene eseguito ambulatorialmente, con anestesia topica, in pochi minuti e con un recupero funzionale rapido e di elevatissima qualità.
Anche il laser ad eccimeri si colloca tra queste innovazioni ad alto contenuto tecnologico?
Indubbiamente un altro esempio è rappresentato dalla chirurgia refrattiva. Alla fine degli anni Ottanta il laser ad eccimeri, già impiegato nel campo industriale e militare, fece la sua comparsa nel panorama oftalmologico. Oggi, grazie al suo impiego, milioni di persone hanno abbandonato gli occhiali. Ricordo che il laser ad eccimeri rappresentò la mia prima sfida: dopo aver iniziato un’attività di consulenza presso la Casa di Cura ‘Le Betulle’ ad Appiano Gentile (CO), proposi alla direzione della struttura di creare un vero e proprio ‘reparto’ e, progetto assai più ambizioso, un Centro di Chirurgia Refrattiva. Da questa idea e dalla determinazione nel conseguirla, forse anche da quel po’ d’incoscienza tipica dell’imprenditore, nacque l’Unità Funzionale di Oculistica e, soprattutto, il Centro di Chirurgia Refrattiva, uno dei primi in Italia, dotato di un laser ad eccimeri, il Chiron Technolas con strategia di ablazione PlanoScan; non semplicemente una novità, ma una vera rivoluzione per la correzione di miopia, astigmatismo ed ipermetropia.
Si trattava della sua prima esperienza?
In realtà, dallo stesso spirito imprenditoriale e dalla passione verso la chirurgia nacque anche l’idea di trasformare un semplice servizio di oculistica dell’Ospedale di Sant’Angelo Lodigiano (che frequentavo allora come specialista ambulatoriale grazie all’amico Prof. Giacomo Gallo) in un servizio di Chirurgia Oftalmica Ambulatoriale, cui fece seguito una moda che perdura, anzi, imperversa anche ai giorni attuali. In quella sede - correva l’anno 1993, era il secolo scorso - i pazienti giungevano alle 6.30 del mattino, eseguivano gli esami preoperatori di routine e la visita oculistica preoperatoria; si allestiva la sala operatoria (due medici, l’ortottista, l’anestesista) e si iniziava la seduta chirurgica. Al termine, visita postoperatoria e dimissione entro le 13.00.
Sembra proprio che, oltre all’attività di medico e imprenditore, non abbia davvero mai trascurato la crescita culturale e professionale. Oltre ai suoi meriti chirurgici conseguiti sul campo, forse anche questa sua sete di conoscenza indusse il suo Maestro, Prof. Trimarchi, a conferirgli l’incarico di docente presso la Scuola di Specialità di Oftalmologia dell’Università degli Studi di Pavia e la SOI quello di Medaglia d’oro Maestri dell’Oftalmologia nel 2011.
Non è possibile amare la tecnologia senza avere le competenze per giudicarla e per modificarla in base alle proprie esigenze. Ancora oggi la partecipazione ad un corso o ad un congresso è per me occasione di approfondimento e di crescita, oltre che un modo per incontrare vecchi amici ai quali sono affezionato. Inoltre, ho sempre cercato di creare un gruppo di professionisti di alto livello con motivazioni ed obiettivi comuni in grado di soddisfare le richieste, in campo oftalmologico, di una popolazione sempre più informata ed esigente. Si tratta di un lavoro paziente, fatto di incontri e contatti professionali e di condivisione di progetti anche con giovani professionisti ai quali hai voglia di dare ciò che tu hai ricevuto o imparato dai tuoi Maestri, ma che nello stesso tempo sono un grande stimolo a migliorarsi perché essi stessi possiedono un elevato grado di preparazione e competenza.
Di quali attività si occupa l’équipe da lei diretta e che è dislocata in diverse strutture nelle province di Varese e Como?
Oggi, tutte le strutture sono dotate delle più moderne strumentazioni diagnostiche e chirurgiche sia per il segmento anteriore che per quello posteriore; ci occupiamo di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri, di prevenzione e cura del cheratocono con la metodica del cross-linking del collagene corneale, di chirurgia con laser intrastromale per il trapianto di cornea e per la chirurgia della cataratta. In altre sale operatorie vengono eseguiti gli altri interventi di chirurgia bulbare, dall’estrazione di cataratta con impianto di lenti premium (multifocali, toriche, multifocali toriche), l’impianto di lenti per miopia elevata, dalla chirurgia del glaucoma alla chirurgia vitreoretinica, alla chirurgia degli annessi. In queste strutture il paziente con problematiche oftalmologiche può seguire un percorso continuo dalla diagnosi alla terapia medica, laser e chirurgica, e sempre con tecnologia di avanguardia e professionisti con elevata preparazione ed in continuo aggiornamento.
L’esperienza sin qui maturata è davvero vasta. Quali sfide vi attendono nell’immediato?
In occasione del prossimo Congresso SOI di maggio 2015, il Centro Oculistico dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba diretto dal Dott. Troiano è stato scelto come sede della Chirurgia Live. Si tratta di una conferma della stima da parte di SOI, dato che abbiamo ospitato già due eventi simili: il primo nel maggio 2013 (ove vennero effettuati tre interventi di cataratta con laser a femtosecondi nel corso di due collegamenti di soli 7 minuti ciascuno), il secondo nel maggio 2014 (quando ospitammo i due giorni di Chirurgia Live della SOI). In realtà non siamo per niente nuovi a queste esperienze. In occasione dell’inaugurazione della nuova sede del mio Centro a Saronno (VA) nel giugno 2003, organizzammo una sessione con chirurgia in diretta nella quale vennero effettuati dodici interventi consecutivi da altrettanti chirurghi. Ancora, nel dicembre 2006, effettuammo due interventi utilizzando il laser intrastromale a femtosecondi (LASIK ed impianto di anelli intrastromali per cheratocono) in collegamento satellitare in diretta con il Congresso della Società Oftalmologica Italiana in svolgimento a Milano. Ancora, nel corso del Congresso SITRAC (Società Italiana Trapianto di Cornea) nel febbraio 2008, trasmettemmo via satellite alla sede congressuale a Milano due trapianti ed un impianto di anelli intrastromali in diretta.
Lo svolgimento di queste molteplici attività richiede, come è ovvio, l’impegno di molti professionisti.
Come dicevo, ho sempre cercato di creare un gruppo: ortottisti, tecnici laser, infermieri, segretarie, medici, oculisti, anestesisti. Ognuno ha un preciso ruolo, una responsabilità, una specializzazione, tutti accomunati dal desiderio di migliorare se stessi per sè e per gli altri. Tutta questa energia si spiega con la passione per il nostro lavoro, che nasce dagli insegnamenti dei nostri Maestri. Proprio in loro memoria sono nati il ‘Premio Fernando Trimarchi’, alla X Edizione con il Congresso ‘Cornea Up To Date’ organizzato magistralmente a Pavia il 28/29 novembre 2014 dal Prof. Paolo Emilio Bianchi, destinato al miglior lavoro prodotto da uno specializzando in oftalmologia sul tema ‘Cornea’ ed il ‘Premio Francantonio Bertè’ (grande uomo, già Direttore dell’Istituto di Farmacologia dell’Università di Pavia, grande mecenate della mia vita) destinato a sostenere la professione oftalmologia in campo umanitario.
Dunque la sua grande esperienza è a disposizione anche per scopi umanitari?
Questo è uno dei grandi impegni di tutto il mio gruppo di lavoro: portare la propria esperienza professionale nel continente africano, in particolare in due ospedali: Afagnan nel Togo e Tanguiéta nel Benin, fondati rispettivamente nel 1961 e nel 1970 dai Fatebenefratelli della Provincia Religiosa Lombardo-Veneta e mantenuti in efficienza dalla infinita vitalità di un uomo straordinario, Fra Fiorenzo Priuli. L’ospedale di Afagnan, nella diocesi di Lomè, possiede circa 200 posti letto, mentre quello di Tanguiéta è noto per il costante impegno nella lotta contro le innumerevoli malattie infettive che colpiscono specialmente i bambini, compreso il più recente virus Ebola, per fornire assistenza e cure mediche e chirurgiche alle popolazioni locali. Il nostro impegno, nato grazie anche alla mia amicizia con Fra Sergio Schiavon, si manifesta con la partecipazione diretta a tre missioni annuali e con l’organizzazione di una rete di collegamenti per coinvolgere più professionisti in Italia con lo scopo di fornire un’assistenza più continuativa.