Intervista al Dr. Eugenio Aringhieri
CEO Gruppo Dompé
La ricerca nelle patologie rare oculari: l’impegno di Dompé
Dr. Aringhieri, a proposito di malattie rare che interessano l’oftalmologia Dompé ha inteso confermare il proprio impegno volto all’individuazione di nuove terapie farmacologiche. Vuole parlarcene?
Il nostro impegno in oftalmologia trae origine dall’eccellenza della ricerca scientifica italiana, a partire dagli studi del Premio Nobel Rita Levi Montalcini. Frutto del suo lavoro e della sua visione innovativa è la scoperta del fattore di crescita nervoso, o nerve growth factor (NGF).
Il fattore di crescita nervoso è una proteina naturalmente prodotta dal corpo umano e particolarmente importante dello sviluppo, del mantenimento e della sopravvivenza delle cellule nervose: ciò rappresenta il punto di partenza della ricerca Dompé in oftalmologia.
Su quali specifiche patologie oftalmiche vi state concentrando?
Gli sforzi della nostra ricerca si concentrano in primis sulla cheratite neurotrofica, una patologia rara che colpisce meno di 5 persone su 10.000 che in molti casi non viene diagnosticata tempestivamente e che al momento non dispone di una risposta terapeutica efficace. Questa patologia conduce a una lesione dell’epitelio corneale e a una perdita di sensibilità corneale. Nelle sue forme più gravi può portare a ulcere, melting e perforazioni corneali, con conseguenze sulle capacità visive di chi ne soffre. Può essere causata da diverse condizioni cliniche come infezioni corneali di natura virale, traumi oculari, lesioni e ustioni chimiche, interventi chirurgici alla cornea, o ancora da condizioni sistemiche quali il diabete.
Il nostro lavoro prosegue verso l’obiettivo di rendere disponibile questo approccio terapeutico agli oftalmologi e ai pazienti. Per il futuro, puntiamo alla sperimentazione anche in altre patologie oculari, tra cui glaucoma e le forme severe di dry eye.
Quali sfide pongono all’industria farmaceutica le malattie rare e lo sviluppo dei relativi farmaci orfani?
Lo scenario globale è particolarmente complesso e competitivo, per cui le sfide che si presentano a un’azienda di medie dimensioni che sceglie di fare ricerca nell’area delle malattie rare sono numerose, a partire dagli aspetti di sostenibilità e di governance del modello di R&D. Sfide che richiedono un disegno strategico chiaro: noi abbiamo scelto il nostro “campo di gioco”, ovvero la ricerca per bisogni terapeutici insoddisfatti dei pazienti, facendo affidamento sull’expertise e puntando sull’innovazione a tutti i livelli: dalla ricerca allo sviluppo, alla produzione fino alla capacità di attrarre nuove risorse e competenze e a nuove modalità organizzative. Nel medio e lungo termine il nostro obiettivo è di proseguire nel percorso che ci vede sempre più come un’azienda R&D driven, riconosciuta a livello mondiale nel campo delle malattie rare e orfane di cura, nella consapevolezza che a guidarci vi saranno principi quali la tensione all’eccellenza, la capacità di fare rete e l’attitudine di saper scegliere i propri compagni di viaggio.
Con quali intenti nasce il cortometraggio “In the Woods”, promosso da Dompé?
“In The Woods” è un cortometraggio nato nell’ambito della campagna di sensibilizzazione #fightforlight, che abbiamo promosso in occasione della Giornata mondiale delle malattie rare con un obiettivo specifico: portare all’attenzione del grande pubblico il tema delle patologie rare della vista, sottolineando l’importanza che il paziente non solo abbia a disposizione le migliori opzioni terapeutiche possibili, ma che non si senta solo nel suo percorso di cura.
La ricerca di nuove prospettive terapeutiche rappresenta una parte importante di questo mondo. Una sfida lunga e complessa che può richiedere molti sforzi per raggiungere l’obiettivo, ma può condurre a una prospettiva di speranza. Per certi versi penso che ciò possa evocare l’esperienza vissuta dal protagonista del video immerso nell’oscurità e della sua lotta verso la luce: una metafora di quanti lottano contro una patologia rara della vista, per i quali ogni progresso della ricerca scientifica può rappresentare un raggio di speranza.