OptiGest, con oltre 300 studi oculistici solo in Italia, più di un milione di visite gestite in cloud, e oltre 25 anni di esperienza, è tra i gestionali più apprezzati dagli oculisti. Abbiamo intervistato il professor Olivero, ideatore del software, e l’ingegner Andrea Carpi, CEO dell'azienda, per capire cosa lo rende così unico.
Ingegner Carpi, qual è il segreto per far crescere uno studio oculistico?
Efficienza. Risparmiare tempo e ridurre gli errori è cruciale. OptiGest Cloud migliora notevolmente la gestione dello studio con un approccio a tutto tondo che ruota attorno alla nostra innovativa cartella clinica oculistica (CCO). Prenotazioni col calendario, gestione digitale GDPR, esami, integrazione con gli strumenti e prescrizioni sono tutte in un’unica piattaforma, accessibili in ogni momento e da qualsiasi dispositivo. Solo così gli oculisti possono concentrarsi sul paziente e non sulla burocrazia.
Professor Olivero, come è nata l’idea di OptiGest?
Passione e amicizia. 25 anni fa un oculista aveva bisogno di una soluzione per gestire lo studio, così ho raccolto la sfida e perfezionato OptiGest anno dopo anno”.
Ingegner Carpi, come è entrato in OptiGest?
Mio padre è un oculista utente OptiGest da oltre 15 anni. Un anno fa ha subìto un importante allagamento in ambulatorio. Eravamo molto preoccupati per la salvaguardia dei dati dei pazienti. Ho così contattato il prof. Olivero e, animati dagli stessi ideali, abbiamo formato un team di professionisti per realizzare OptiGest Cloud. Solo con il cloud i dati sono al riparo da allagamenti, incendi e danni accidentali, sempre protetti e criptati con i più elevati standard di sicurezza.
Come sarà l’oculista del futuro?
Sempre più connesso, collaborerà in tempo reale con il team di cura da qualsiasi luogo, persino da una spiaggia. Tra 5-10 anni OptiGest Cloud supporterà visite da remoto, realtà virtuale e l'intelligenza artificiale.
OPTIGEST
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