La curcumina è un pigmento naturale estratto nel 1815 dai rizomi della curcuma longa, una spezia della famiglia delle zingiberacee.
È considerata sin da tempi antichi una sostanza biologicamente attiva con effetti benefici sulla salute.
Le proprietà chimiche e biologiche della curcumina la rendono infatti in grado di svolgere un’attività antinfiammatoria, antiossidante, antimicrobica e anti tumorigenica.
In particolare, recenti studi hanno dimostrato che la curcumina agisce a livello genico inibendo NF-kb che è uno dei principali fattori implicati nell’apoptosi, proliferazione e trasformazione cellulare.
Inibisce inoltre molecole implicate nella risposta infiammatoria come la ciclossigenasi 2, la prostaglandina E2, molte interleuchine come la 1, la 6 e la 8 e il fattore di crescita tumorale (TNF).
Grazie a queste proprietà, la curcumina è stata studiata in vitro e in vivo anche nel contesto di molte patologie oculari infiammatorie, autoimmuni, congenite e degenerative sia del segmento anteriore che posteriore, da cui il suo impiego come adiuvante nella terapia.
Tra le patologie del segmento anteriore ricordiamo la sindrome dell’occhio secco, le neovascolarizzazioni anomale corneali, le uveiti anteriori croniche e la cataratta. Tra quelle del segmento posteriore la degenerazione maculare legata all’età, la retinopatia diabetica, la retinite pigmentosa e la vitroretinopatia proliferativa (1-3).
SEGMENTO ANTERIORE
Neovascolarizzazione anomala corneale
Le neovascolarizzazioni anomale corneali sono causate da vari fattori come ipossia, infiammazione e disfunzione delle cellule limbari.
I trattamenti attualmente disponibili consistono in steroidi topici, FANS topici, terapia fotodinamica e anti-VEGF, tutti gravati da importanti effetti collaterali come assottigliamento corneale, ipertensione endoculare, cataratta o riduzione della capacità di guarigione delle ulcere.
Da studi condotti in vitro e su modelli animali si è osservato che la curcumina inibisce la proliferazione dei vasi anomali attraverso l’inibizione del fattore di crescita dei fibroblasti e del fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF) (4-7).
Malattia dell’occhio secco
La malattia dell’occhio secco è uno dei disturbi oculari più diffusi nei paesi occidentali. All’eziopatogenesi contribuiscono fattori genetici, fattori ormonali come la deplezione di estrogeni dopo la menopausa e condizioni ambientali come l’eccessivo riscaldamento dei luoghi domestici.
Questi fattori sinergici determinano il mantenimento di una risposta infiammatoria cronica sulla superficie oculare con una costante sensazione di occhio asciutto che può portare a complicanze anche gravi come ulcere corneali.
Il meccanismo con cui la curcumina agisce nel contesto della malattia dell’occhio secco risulta ancora sconosciuto, ma la riduzione delle citochine proinfiammatorie IL6, IL8 e IL1b nelle linee cellulari corneali in vitro indica che la curcumina rappresenta un trattamento promettente per questa patologia invalidante (8, 9).
Uveite anteriore cronica
È stato riportato che la curcumina può essere efficacemente impiegata nel trattamento dell’uveite anteriore cronica senza alcun evento avverso.
Si è visto che nei pazienti con questo tipo di uveite vi è una riduzione del flare e dei precipitati cheratici.
Effetti benefici sono stati ottenuti nelle uveiti anteriori ricorrenti da diversa eziologia come le forme erpetiche (HSV1, HSV2, VZV, CMV, EBV), le forme autoimmuni (sarcoidosi, lupus eritematoso sistemico) e altre (toxoplasmosi, malattia di Lyme, tubercolosi, forme idiopatiche).
L’effetto benefico potrebbe essere dovuto all’azione antifibrinolitica lisante le sinechie anteriori e posteriori, all’inibizione di macrofagi, leucotrieni e trombossani, oltre all’attività antiossidante e antinfiammatoria generale.
Inoltre, alle manifestazioni prettamente anteriori si aggiunge un’azione terapeutica sulle complicanze del segmento posteriore in particolar modo nell’edema maculare cronico (10-13).
Cataratta
La cataratta costituisce la principale causa di cecità al mondo negli anziani, con una prevalenza di 20 milioni di persone, concentrate particolarmente nei paesi in via di sviluppo.
È stato osservato che la curcumina ha un effetto protettivo nei confronti dello sviluppo della cataratta e della sua progressione riducendo i valori delle proteine legate allo shock termico (HSP) e dell’espressione dei geni proapoptotici (Bax) che hanno un ruolo cruciale nei processi ossidativi.
In particolar modo, lo studio di modelli animali in cui è stata indotta la cataratta grazie alla iniezione intraoculare di selenio ha evidenziato come il trattamento con curcumina determinava una riduzione dell’opacità della lente. (15-17)
SEGMENTO POSTERIORE
Degenerazione maculare legata all’età (DMLE)
La DMLE è la principale causa di grave diminuzione della vista dopo i 50 anni nei paesi industrializzati, con una prevalenza di circa 5 milioni di persone affette.
Soprattutto nella forma secca lo stimolo infiammatorio e ossidante sembra avere un ruolo primario nell’insorgenza della malattia.
L’ attivazione cronica della via del complemento, l’aumento dell’espressione delle interleuchine proinfiammatorie e del TNF e la produzione di radicali liberi dell’ossigeno contribuiscono allo sviluppo delle drusen e alla progressione verso le fasi atrofiche più avanzate di malattia.
Inoltre, è probabile che lo stress ossidativo determini una disfunzione dei vasi coroideali che contribuisce allo sviluppo della forma umida di DMLE.
La curcumina riduce l’espressione genica, la traslocazione di proteine e la regolazione di particolari fattori (superossido dismutasi, eme-ossigenasi, nuclear related factor) con riduzione dell’apoptosi delle cellule dell’epitelio pigmentato retinico e dell’infiammazione generale (18-21).
Retinopatia diabetica
La retinopatia diabetica è la principale causa di cecità nei pazienti in età lavorativa nei paesi industrializzati.
Il diabete induce uno stato infiammatorio cronico che danneggia la parete vasale e determina il rilascio di fattori che promuovono l’angiogenesi.
Dal punto di vista biochimico la cascata di reazioni risulta nell’accumulo di prodotti di glicazione e rilascio di specie reattive dell’ossigeno nello spazio perivasale con perdita dei periciti e formazione di microaneurismi che sono il primo segno della retinopatia diabetica.
L’azione antiossidante della curcumina è quindi stata proposta per rallentare l’insorgenza degli stadi iniziali della vasculopatia diabetica.
Inoltre, la sua azione benefica sull’edema maculare diabetico è stata ampiamente dimostrata da studi su modelli animali che hanno dimostrato che quando somministrata una dieta ricca in curcumina i valori di VEGF retinici risultano diminuiti.
Inoltre, gli effetti sulla retinopatia diabetica si manifestano anche grazie alle proprietà ipoglicemizzanti della curcumina (22-24).
Retinite pigmentosa
La retinite pigmentosa è una distrofia retinica “rod-cone” che colpisce cioè primariamente i bastoncelli ed in seguito anche i coni.
La malattia causa una modifica conformazionale delle proteine contenute nei fotorecettori con conseguente alterazione della loro funzione, accumulo, citotossicità e degenerazione cellulare.
I meccanismi biochimici che causano i danni della retinite pigmentosa sono molteplici e includono dei geni coinvolti nella cascata della fototrasduzione, nel metabolismo della vitamina A, nella regolazione delle proteine del citoscheletro, nei segnali intercellulari e nella fagocitosi. L’apoptosi è l’esito di un’alterazione dell’equilibrio tra i fattori pro e antiapoptotici.
Studi in vitro e su modelli animali hanno dimostrato che la curcumina modifica significativamente i livelli di stress cellulare antagonizzando i meccanismi di mutazione cellulare e di degenerazione (25-27).
Vitroretinopatia proliferativa (PVR) dopo distacco di retina regmatogeno
La PVR dopo distacco di retina regmatogeno è causata dal passaggio di cellule vitreali all’interno della soluzione di continuo retinica.
L’insieme dell’ipossia retinica dopo il distacco e il rilascio di citochine infiammatorie determina da parte dell’epitelio pigmentato la formazione di membrane fibrose che fanno contrarre il tessuto retinico e predispongono ad una recidiva di distacco.
Studi in vitro hanno dimostrato che l’aggiunta di curcumina alle cellule dell’epitelio pigmentato inibisce la proliferazione attraverso il blocco del ciclo cellulare e successiva apoptosi (28-30).
CONCLUSIONI
Il principale problema dell’impiego orale della curcumina è la sua scarsa biodisponibilità causata da un basso assorbimento gastrointestinale e un metabolismo epatico e intestinale rapido.
Per ovviare a questo limite le case farmaceutiche hanno sviluppato formulazioni fosfolipidiche per proteggere la curcumina dall’idrolisi e renderla attiva più a lungo.
In conclusione, nonostante la curcumina agisca con meccanismi diversi ancora in via di studio, i dati attuali sono promettenti e testimoniano un’efficacia in molte malattie oculari.
È inoltre un prodotto naturale ben tollerato, considerato sicuro ed economico.
Può essere integrato nella dieta dei pazienti sottoforma di compresse che consentono una migliore farmacocinetica o come spezia in polvere facilmente reperibile.
Patologie e distretti target interessati dall’azione della curcumina
- Vascolarizzazione corneali
- Cataratta
- Occhio secco
- Uveiti anteriori croniche
- Retinopatia diabetica
- Retinite pigmentosa
- Degenerazione maculare dell'età
- Pterigio
- Congiuntivite
- Glaucoma
- Neurite ottica
La curcuma per preparare utili medicinali
La curcuma appartiene alla famiglia delle Zingiberacee, piante erbacee ben conosciute sin dall’antichità perché in grado di fornire numerose sostanze utili nella preparazione di cibo, medicinali, coloranti e profumi (1).
Le Zingiberacee sono molto diffuse nei paesi tropicali, in particolare nel sud-est asiatico e specialmente in India, che costituisce una delle regioni più ricche e diversificate per questa famiglia con 20 generi e oltre 200 specie (2).
Per quanto riguarda in particolare l’azione medicinale, i generi più importanti sono Alpinia, Amomum, Elettaria (o cardamomo), Hedychium, Kaempferia, Zingiber e, ovviamente, Curcuma (3).
Nella medicina ayurvedica quest’ultima è usata nel trattamento di bronchiti, idropisia, vertigini, malattie della pelle, infezioni del fegato, ustioni, bolle, febbri, gonfiori, congestione, scabbia e dispepsia (4).
La spezia che si ricava dalla curcuma contiene, tra i numerosissimi componenti, la curcumina ampiamente utilizzata come integratore alimentare.
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